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il sintomo
Il termine sintomo deriva dal greco e significa: 'evenienza',
'circostanza';Il sintomo non possiede una sua unicità, é
l'effetto a lungo termine della convergenza di molteplici
reazioni e adattamenti agli stimoli della vita. Indica
un'alterazione della naturale e autentica sensazione di sé e del
proprio corpo in relazione ad uno stato patologico. Può essere
anche definito come conseguenza di un attacco al sé corporeo,
strutturato nell'organismo e reiterato ad oltranza, fuori dalla
consapevolezza. Il sintomo ci comunica anche che è danneggiata
la consapevolezza di sé.
Quando neghiamo il diritto di cittadinanza a una sofferenza
psicologica questa urlerà la propria verità nel nostro corpo,
diventando sintomo. Ma il sintomo è solo la punta dell'iceberg,
occorre inabissarsi per poter vedere dove origina la sofferenza
e rendersi conto della sua dimensione. Il sintomo può essere
considerato un fedele alleato del processo terapeutico, é orientato
verso la salute e il benessere dell'individuo, in quanto la sua
apparizione "costringe" o "invita" la persona a prendersi cura
di se, a chiedere aiuto.
I problemi che le persone affrontano sono strutturati nella
loro personalità da tanto tempo, la guarigione richiede impegno,
sofferenza, coraggio, curiosità, amore di se e il tempo
necessario. Ognuno può concedersi di rispettare i propri tempi e
onorarli. La resistenza alla terapia, a chiedere aiuto;
l'abitudine a voler fare da soli, ha permesso al bambino che è
in tutti noi adulti di poter transitare
tempi "folli" senza
impazzire. E' folle chiedere a un cucciolo d'uomo di non
piangere quando le lacrime sgorgano dai suoi occhi per sfogare
l'emozione che sente in quel momento, ma accade. Non piangere!
Non fare la femminuccia! Sii forte! Non sono imperativi
infrequenti nelle famiglie, spesso sottolineano l'immaturità dei
genitori a loro volta feriti da bambini, tuttavia rendono folle
la situazione, almeno per il bambino che è costretto ad un
notevole sforzo muscolare per bloccare la gola, il diaframma e
altri muscoli volontari
allo scopo di strozzare il suo pianto liberatorio. E' ancora
folle chiedere ad un bambino di età inferiore a 24 mesi di
controllare l'evacuazione, la muscolatura sfinterica, qundo il
relativo
controllo neuronale non ha ancora raggiunto la maturità
necessaria. Il piccolo sarà costretto per sottomettersi e
assecondare i genitori a contrarre i muscoli più grandi e
potenti, tra cui i glutei, con conseguente tensione involontaria
e permanente
per reiterazione. La conseguenza sarà una retroversione
dell'anca, tipica postura dei cagnolini spaventati che hanno "la
coda tra le gambe". Anche questa è follia, tuttavia
l'adattamento consente al bambino di transitare questo difficile
periodo senza subire danni più gravi. La
difesa caratteriale è
stata un indispensabile alleato a suo tempo, per questo è degna
di essere rispettata. Quando la sua presenza rende scomoda
l'esistenza oltre il sopportabile (nella vita adulta) emerge la punta dell'iceberg,
il sintomo. Un nuovo alleato che annuncia la fine della guerra,
ora quella difesa, tanto utile in passato, è unicamente un
ingombro fastidioso che si interponte tra i processi corporei e
la
gioia di vivere.
Il principio dell'Analisi Bioenergetica è l'identità
funzionale e l'antitesi tra mente e corpo, o tra processi
psicologici e fisici. Si tratta di un assunto teorico che deriva
dalla realtà di un individuo. Una persona è un essere unitario,
ciò che avviene nella mente deve avvenire anche nel corpo. Se
una persona è depressa e sente pensieri di disperazione,
impotenza e scoramento, il suo corpo manifesterà un pari
atteggiamento depresso, mediante una ridotta motilità, un
restringimento dell'onda respiratoria, un calo della luce nello
sguardo. Si riduce il metabolismo e di conseguenza la produzione
di energia. La mente può condizionare il corpo e il corpo può
influenzare i processi psichici. Per questo motivo in
determinate situazioni è possibile migliorare le funzionalità
corporee con un diverso atteggiamento mentale. Ogni cambiamento
ottenuto in questo modo è solo temporaneo se il funzionamento
corporeo collegato non cambiasse a sua volta in modo armonico e
significativo. Il cambiamento diretto delle funzioni corporee,
come ad esempio la respirazione, ha un effetto permanente
sull'atteggiamento mentale. E' noto che chi attraverso un
respiro pieno aumenta il consumo di ossigeno ottiene una
maggiore vivacità metabolica, che si traduce anche in vitalità
espressiva ed energia psichica disponibile per affrontare le
situazioni stressanti della vita. Favorire l'aumento
dell'energia in un essere umano è il cambiamento fondamentale
che il processo terapeutico deve ottenere per liberare
l'individuo dai freni del passato e dalle inibizioni del
presente.
Lo scopo della terapia è aiutare la persona a recuperare
l'intera potenzialità del suo organismo. I traumi infantili
danneggiano i bambini menomandoli nella gioia di vivere,
spezzandogli lo spirito; il processo terapeutico favorisce il
ritrovamento dentro se della pienezza della vita attraverso le
emozioni e i sentimenti umani. L'incapacità di vivere la vita
con pienezza è il disturbo di base della personalità, nascosto
dai sintomi manifesti del corpo.
Mentre il sintomo denota in che modo l'individuo è stato
danneggiato nella sua educazione, al fondo c'é la perdita di una
parte del sé. Per moltissime persone, nella nostra
cultura, la vita è una lotta per sopravvivere e la gioia è
un'esperienza rara. (Alexander Lowen,
Arrendersi al Corpo,
capitolo I, pag. 9
Astrolabio, Roma, 1994)
Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico, Supervisore
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147
Studio di psicologia, psicoterapia, consulenza di coppia, mediazione familiare a Milano
psicoterapia individuale - cura dell’ansia, della depressione, dello stress del disagio relazionale ed esistenziale psicoterapia di coppia
- meccanismi inconsci possono condizionare gioie, liti,
conflitti, tradimenti e incomprensioni familiari
psicoterapia di gruppo
- di analisi bioenergetica, la conduzione che si struttura anche attraverso il linguaggio del corpo
colloquio psicologico
- è un incontro tra uno psicologo e una persona che lo contatta a causa di un malessere
ansia e attacchi di panico
- la respirazione corta è condizionata da difese caratteriali
per la sopravvivenza infantile
depressione, calo di energia - inchioda l'individuo,
tristezza, sconforto, disagio, malinconia, si impossessano di
lui
problemi caratteriali, relazionali - bisogno di intimità
e auto espressione, paura che i due elementi possano escludersi
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