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Nausea e esperienze alimentari sviluppate nell'infanzia
La sensazione di nausea si manifesta attraverso malessere allo stomaco, talvolta associato alla necessità di vomitare.
La sua funzione è anche protettiva, comunica all'organismo che potrebbe assumere
sostanze potenzialmente tossiche. Dal punto di vista
psicosomatico, l'associazione tra nausea e esperienze alimentari
infantili indica la tossicità del processo educativo collegato al nutrimento. Ci sono pazienti che in
terapia sperimentano sensazioni di nausea quando provano a
respirare più profondamente di quanto sono abituati a fare. La
respirazione più profonda, in alcuni particolari casi, attiva
tensioni croniche al diaframma e allo stomaco, responsabili di
questa sgradevole sensazione. Talvolta la respirazione
addominale, rilassando il diaframma, riduce la nausea, in altre
situazioni, la intensifica fino al punto di dover scaricare la
tensione attraverso il vomito. L'origine di questa tensione può
risiedere nelle esperienze alimentari infantili: i bambini sono
frequentemente indotti a mangiare contro la loro volontà, le
figure genitoriali in nome dell'amore costringono i piccoli a
ingurgitare cibo, anche se per gusto o quantità lo trovano
sgradevole. Le regole di famiglia possono inserire il divieto di
alzarsi da tavola fino a quando i piccoli non hanno terminato di
mangiare tutto quello che hanno nel piatto. Inoltre, i bambini
sono rimproverati e umiliati se sopraggiungono conati di vomito.
Dal punto di vista corporeo, il piccolo è costretto a
trattenersi irrigidendo il diaframma e bloccando il naturale
impulso a vomitare. Agli effetti somatici si aggiungono quelli
psicologici. Un bambino che non può assecondare il comportamento
alimentare al sentire può diventare un adulto incapace di
espressione e contenimento. Non poter sentire piacere nel
gustare il cibo, unito al momento di relax, pausa e gioiosa
convivialità, spinge l'individuo a consumare pasti
frettolosamente senza gustarli, spesso senza apprezzare la
compagnia allegra e gioiosa. Persone che non gradiscono la
compagnia e non gustano i sapori. Non poter sentire pienezza o
vuoto nello stomaco, costringerà l'individuo a perdere
l'autoregolazione dal punto di vista quantitativo. In natura non
esistono animali in sovrappeso, è una peculiarità umana, chi non
sente lo stomaco pieno, che quanto introdotto è sufficiente,
avrà problemi di autoregolazione ed equilibrio energetico. Il
condizionamento subito da fanciulli rappresenta una realtà
psichica e inconscia dove non sarà il piacere e il sentire a
governare il comportamento, ma gli occhi di approvazione del
genitore quando si è consumato cibo oltre il piacere e il
fabbisogno. Per "star bene" ed essere accettati, adeguati,
dobbiamo rimpinzarci, oggi come allora. Difficile che una dieta
possa aver successo se non si sono esplorate le illusioni
dell'Io sepolte nell'inconscio. Il cibo non è la sola cosa che un bambino
può essere obbligato a ingoiare suo malgrado. I traumi
psicologici, le umiliazioni, le costrizioni, le offese, talvolta
devono essere "ingoiate" quando la paura verso i genitori supera
la spinta verso la
protesta. Le espressioni: "non riesco a
digerirlo", "mi sta sullo stomaco" indicano l'effetto di
situazioni dolorose sulla regione addominale. I bambini sono
anche costretti, in alcune situazioni, a ingoiare le lacrime e
bloccare il pianto, così facendo si strutturano nel tempo
tensioni muscolari croniche, alla gola e al diaframma.
Gli adulti trattati in psicoterapia, che da bambini hanno sofferto di queste
situazioni, presentano forti tensioni alla gola, al diaframma e
nella regione addominale. Quando le esperienze psico-corporee
raggiungono le tensioni e favoriscono l'allentamento delle
tensioni, si può attivare l'impulso ad espellere
qualcosa. In alcuni casi le tensioni sono così stringenti che
occorre un lavoro ripetuto più volte affinché il corpo possa
concedersi di vomitare.
Il rilascio della tensione del diaframma ripristina il piacere
delle attività di base del mangiare e del digerire. Le stesse
tensioni limitano anche il respiro, un altro aspetto di queste
esperienze terapeutiche è l'approfondimento dell'onda
respiratoria. Spesso scompare il
bruciore di stomaco di cui soffrono molte persone. Il sistema
respiratorio è intimamente connesso all'apparato
gastrointestinale. Difficoltà di autoregolazione della
digestione e il piacere connesso ad una naturale e non
disturbata attività di assorbimento, sono condizionati da
conflitti inconsci. Dal punto di vista embriologico i polmoni si
sviluppano come una protuberanza del tubo alimentare e per tutta
la vita rimangono collegati attraverso la bocca e la faringe.
Inspiriaiamo aria così come ingeriamo cibo. L'aria è risucchiata
nel corpo come il latte viene succhiato da un bambino dal seno
materno.
Ogni indebolimento dell'impulso a succhiare deprime la
funzione respiratoria
(Margaret Ribble, I diritti del vostro bambino: le prime
necessità psicologiche e come soddisfarle, Bompiani, Milano
1952. Citato in Alexander Lowen, La voce del corpo, Astrolabio,
Roma, 2009, pag. 78
La respirazione coinvolge tutto il corpo. I polmoni svolgono
un ruolo passivo nel processo respiratorio. La loro espansione è
prodotta dall'allargarsi, soprattutto verso il basso, della
cavità toracica, mentre collassano quando quella cavità è
ridotta. Una respirazione corretta coinvolge i muscoli di testa,
collo, torace, addome. Si può dimostrare che una tensione
cronica in qualsiasi parte della muscolatura del corpo
interferisce con i naturali movimenti respiratori. Respirare è
un'attività ritmica, più elevata negli infanti e negli stati di
eccitazione, più bassa nel sonno e nelle persone depresse. La
profondità del respiro indica il volume di aria inalata in ogni
atto respiratorio, calcolato tra 250cc (respiro superficiale) e 800cc (respiro profondo, tipico degli sportivi più allenati).
La profondità del respiro può anche variare con gli stati emotivi: il respiro si fa leggero
quando siamo spaventati o in ansia, profondo con il
rilassamento, il piacere e il sonno. Ma è soprattutto la qualità
dei movimenti respiratori che ne determina la piacevolezza. A
ogni respiro si può vedere un'onda salire e scendere attraverso
il corpo. Inizia nell'addome con una leggera antiversione del
bacino (movimento indietro dei glutei), che consente alla
regione addominale di espandersi in avanti; l'onda respiratoria
poi si muove verso l'alto, i monconi delle spalle si
retropongono, (spalle indietro), per consentire un'espansione
orizzontale della gabbia toracica. Il corpo si espande e la
testa si muove leggermente in avanti per risucchiare l'aria
mentre le narici si dilatano e la bocca si apre. L'onda
respiratoria comincia nella parte superiore del corpo e si muove
in giù: la testa rimane indietro, il torace e l'addome
collassano, la pelvi ruota in avanti. La respirazione spontanea,
facile e piena, come avviene nei neonati, è uno dei piaceri
fondamentali dell'essere vivi e si sperimenta chiaramente alla
fine dell'espirazione, quando l'onda discendente riempie la pelvi
con una deliziosa sensazione, che negli adulti ha una qualità
sessuale, anche se non induce sensazioni genitali. Le sensazioni
sono di fluidità, morbidezza e carica energetica. Il respiro
fornisce ossigeno ai processi metabolici dell'organismo, ma in
quanto pneuma, (soffio vitale, principio della vita dal pensiero
filosofico greco), è anche spirito, anima, attraverso il respiro
siamo in armonia con l'atmosfera. Viviamo in un oceano di aria,
inibire la respirazione significa isolarci dall'elemento in cui
viviamo. Il corpo é un'unità che, dobbiamo ricordarlo, si é
sviluppata da una singola cellula. ( Alexander Lowen, La voce
del corpo, Astrolabio, Roma, 2009, pag. 84). Per questo motivo
la psicoterapia bioenergetica considera problemi alimentari
strettamente collegati alla modalità respiratoria, che più
profondamente significa osservare l'energia di un paziente. La
prima cosa che osservo in un paziente è la luminosità dei suoi
occhi, occhi spenti, privi di vivacità indicano più di fiumi di
parole. Lowen ci insegna che la parola Bioenergetica
è formata da due parole: bio ed energetica. È fondamentalmente una terapia energetica. Utilizziamo esercizi e diversi tipi di movimenti perché questi
s-muovono l’energia, ciò significa che lavoriamo con il processo energetico del corpo per aiutare le persone a creare e sviluppare più energia. Se tu non hai energia, nulla cambia. L’energia serve a cambiare le dinamiche. Quindi, focalizzarsi sui processi bioenergetici vuol dire
focalizzarsi sull’energia e sulla respirazione perché é solamente attraverso la respirazione che possiamo acquisire più energia.
Il rapporto con il cibo e il metabolismo intestinale ha anche
una finalità energetica, il respiro rappresenta la spinta, la
potenza per il motore della vita, il cibo ha una funzione
diversa, trasformativa. Occorre ristabilire i rapporti donatici
dalla natura: piacere di respirare e piacere di nutrirci,
soprattutto quando le esperienze primarie ci hanno convinti del
contrario. Ad esempio, a livello inconscio, che mangiare tanto
serve per fare contenti i genitori e ad essere accettati; che
piangere non serve a nulla e che trattenere lacrime e emozioni
sia una virtù. L'analista bioenergetico rappresenta il meccanico
che aiuta a riparare la vettura, ripristinando le funzioni
proprie di quel modello di auto, regola le varie funzioni
seguendo ritmo, potenza e gioia di viaggiare, propri della
natura e della gioia di vivere.
Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147
Studio di psicologia, psicoterapia, consulenza di coppia, mediazione familiare a Milano
psicoterapia individuale - cura dell’ansia, della depressione, dello stress del disagio relazionale ed esistenziale psicoterapia di coppia
- meccanismi inconsci possono condizionare gioie, liti,
conflitti, tradimenti e incomprensioni familiari
psicoterapia di gruppo
- di analisi bioenergetica, la conduzione che si struttura anche attraverso il linguaggio del corpo
colloquio psicologico
- è un incontro tra uno psicologo e una persona che lo contatta a causa di un malessere
ansia e attacchi di panico
- la respirazione corta è condizionata da difese caratteriali
per la sopravvivenza infantile
depressione, calo di energia - inchioda l'individuo,
tristezza, sconforto, disagio, malinconia, si impossessano di
lui
problemi caratteriali, relazionali - bisogno di intimità
e auto espressione, paura che i due elementi possano escludersi
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