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autostima, sicurezza di se, fiducia in se stessi

L’autostima è la valutazione che ciascuno di noi fa di se stesso. Una valutazione aderente alla realtà indica una buona salute psichica. Il nostro equilibrio e benessere psichico dipende soprattutto dal nostro vissuto, così come il benessere dei nostri figli dipende da noi. Il comportamento delle figure genitoriali ha una particolare influenza sulla percezione di un adeguato senso di se, sull'autostima e sulla possibilità di costruire e mantenere soddisfacenti rapporti con gli altri. Con il passare del tempo, i bambini crescono e, progressivamente, frequentano amici, gruppi, contesti diversi dal nucleo familiare, tuttavia i rapporti con la famiglia dovrebbero rimanere i più importanti e significativi. Quando questo non accade, si evidenzia un disagio del bambino che cerca elementi di compensazione alle gravi assenze affettive e di comunicazione dei genitori. L'insufficienza di punti di riferimento spesso si traduce in un sentimento proprio di inadeguatezza, tale da minare l'autostima, la sicurezza di se, nel bambino. Per strutturare una buona atmosfera all'interno della famiglia, indispensabile per consentire al bambino di crescere sano e sicuro di se, ci sono alcuni aspetti fondamentali da non sottovalutare:

  • IL CONTROLLO DEI GENITORI
  • LA QUALITA' DEI SENTIMENTI
  • IL RISPETTO E LA STIMA (IL CALORE NELLA FAMIGLIA)
  • LA COMUNICAZIONE
  • LA VIVACITA' STIMOLANTE (CURIOSITA')
  • L TRATTO NEL COMPORTAMENTO DEI GENITORI (pensiero di vita)
  • IL CONTROLLO

In ogni famiglia è indispensabile un certo controllo da parte dei genitori sui propri bambini. Come esercitare positivamente questo compito?

COERENZA E CHIAREZZA:
I bambini sentono la necessità di conoscere cosa attendersi come conseguenza dei loro comportamenti, devono avvertire certezza e prevedibilità da parte dei loro genitori. In questo modo cresceranno sicuri di se, controlleranno l'ansia con meno difficoltà nella vita e saranno meno ribelli ed aggressivi, poiché impareranno non solo ad obbedire, ma soprattutto a condividere il comportamento dei genitori e farlo proprio. Infatti, gli imperativi dei genitori dovranno essere disciplinati, equilibrati e motivati; i bambini devono sentirsi partecipi delle scelte familiari, in questo modo i comandi saranno sempre meno indispensabili. I genitori otterranno molto più di quanto ottenibile con sistemi drastici, forti e soprattutto non condivisi dai bambini. Le restrizioni dovranno essere ragionevoli. Eccessiva restrizione ed eccessiva permissività sono le due facce di una stessa medaglia. I giovani "controllati a vista", con scarsa opportunità di decidere, sbagliare ed imparare dall'errore, tendono a sentirsi inadeguati. Questo sentimento è spesso espresso con timidezza ed apparente scarso quoziente di intelligenza. Al contrario, quando il lassismo dei genitori è evidentemente eccessivo, quando il pensiero dei genitori ritiene che porre regole non sia opportuno per la crescita dei propri figli, questi reagiscono assumendo comportamenti poco rispettosi verso gli altri; troveranno grandi difficoltà ad adattarsi ai contesti che la vita sociale pone ad ognuno di noi e saranno scarsamente motivati ad appassionarsi. Per soggetti con queste caratteristiche ogni impresa della vita sarà valutata con maggiori difficoltà.

LA FIDUCIA
La fiducia reciproca è fondamentale, una importante conquista. La fiducia dei genitori non può e non deve essere cieca. Deve essere accompagnata da accertamenti esperiti con sensibilità, non un interrogatorio stile polizia giudiziaria, una indagine interattiva, tranquilla ed equilibrata. I bambini impareranno per assorbimento dai genitori la loro condizione di equilibrio, soprattutto nella gestione della sensibilità, dell'empatia e della giustizia nel valutare le situazioni.

LE ASPETTATIVE DEI GENITORI
Ogni bambino ha una percezione di se strettamente collegata a come si sente visto dai propri genitori. Se i genitori hanno scarse attese nei loro confronti, i bambini penseranno di non valere un gran ché, ne risentirà la loro autostima e la motivazione al successo nelle imprese della vita, a tutti i livelli. Aspettative eccessive dei genitori possono produrre una autostima esagerata nei bambini, che influenza negativamente la percezione della realtà, il successo sarà facilmente solo idealizzato e non reale. In una simile condizione un individuo sarà più incline a fenomeni depressivi (quando si accorge che la realtà è spesso lontana dal desiderio e dall'illusione) e troverà difficoltoso l'inserimento nei contesti della società.

L'AIUTO DEI GENITORI
Per aiutare i loro bambini, la regola per i genitori è: discrezione. Quando i bambini sono in difficoltà è opportuno non fornire soluzioni confezionate ma indicazioni di massima, in modo che i bambini giungano alla soluzione con una certa autonomia, diversamente mineremo il loro senso di efficienza e tenderemo ad amplificare il bisogno di "appoggio" del bambino. Questo non vuole dire: non aiutate i bambini, i bambini devono essere aiutati, diversamente potrebbero sentirsi abbandonati dai genitori, in un rapporto conflittuale che vede da una parte il desiderio di soddisfare gli impegni e dall'altra la paura di non essere adeguati, di non potercela fare, l'effetto sarebbe una demotivazione che se persistente si tradurrà in scarsa autostima.

I RINFORZI
In psicologia, i rinforzi sono il processo attraverso il quale viene indotta in un soggetto la comparsa di uno schema di comportamento agendo sulle sue conseguenze (positive o negative). Se utilizzato correttamente, il rinforzo concorre a suggerire un comportamento e favorisce l'apprendimento. In ambito educativo, è offerta una ricompensa (rinforzo positivo) quando il bambino è in grado di risolvere un compito e una punizione (rinforzo negativo) quando non non ha successo. La punizione deve essere di entità sufficiente a stimolare nel bambino il desiderio di tentare nuovamente e non eccessiva, tale da cancellare nel fanciullo l'idea creativa di provare di nuovo. La scelta del tipo di rinforzo è quindi essenziale. Ad esempio, quando una mamma reagisce con gioia e manifestazioni di affetto quando il bimbo mangia tutta la pappa, trascurando pari positive reazioni (incoraggiamenti) in altri momenti significativi: quando impara a saltare, a giocare con il cavallino, a vestirsi da solo etc., mette in atto un rinforzo mirato. Una condizione nella quale il bambino assocerà una conseguenza piacevole al consumo di cibo in abbondanza, oltre la soddisfazione del suo fisiologico appetito. Non è sempre facile comprendere quando stiamo rinforzando un comportamento, spesso avviene senza che ne siamo consapevoli, non ce ne rendiamo conto. Tuttavia, soprattutto dopo i primissimi anni di vita, il rinforzo può generare effetti diversi dalle attese. La lode perde efficacia se è troppo frequente, è bene ascoltare i sentimenti e proporsi con saggia sincerità ai bambini, senza eccedere. I bambini non sono adulti meno intelligenti, sono esseri umani più piccoli.

LE PUNIZIONI
Le punizioni sono importanti. Spesso si dimostrano controproducenti perché inadeguate al comportamento del bambino. Sono efficaci solo se immediate, devono colpire l'azione nel momento che essa si svolge o appena svolta. La punizione deve essere inflitta con equilibrio (quindi sempre lieve per un bambino), serenità e, soprattutto, la punizione deve essere solo simbolica. E' fondamentale che il sentimento successivo alla punizione sia di empatia reciproca e costruttivo dialogo. Il bambino deve riuscire a comprendere e condividere il comportamento del genitore ed il genitore comprendere e perdonare quello del bambino, sdrammatizzando. Vi sono effetti collaterali alle punizioni male calibrate e somministrate. Occorre sempre ricordare ai genitori che i figli imparano per assorbimento i loro comportamenti e si comporteranno allo stesso modo nella vita sociale che li attende: con i compagni di asilo di scuola, con gli insegnanti e con tute le persone con le quali entreranno in contatto. Da adulti saranno inclini a divenire genitori sul modello del proprio vissuto, inclini e non destinati, è bene sottolineare.

LA COMUNICAZIONE
Nella comunicazione familiare il dialogo, l'ascolto, l'attenzione sono elementi determinanti per la crescita e lo sviluppo armonico dei figli. Per instaurare una comunicazione efficace è importante partire da una capacità di ascolto, offrendo attenzione alle emozioni e alle opinioni che i bambini possono esprimere. E' una modalità di comunicazione che va costruita giorno dopo giorno, con interesse e attenzione. E' fondamentale considerare seriamente quello che dice il bambino, che ha bisogno di essere ascoltato attentamente. L'essere sempre interrotto o criticato non gli consente di acquisire sicurezza nei suoi stessi pensieri e di sviluppare un buon livello di autostima, al contrario, permettergli di parlare continuamente quando ha bisogno di essere contenuto, non gli permettere di sviluppare un proprio senso critico e di iniziare ad abituarsi alla turnazione nelle conversazioni. Il vantaggio maggiore per il bambino è dato dall'essere ascoltato interamente, dal sentirsi compreso e incoraggiato e dalla importante opportunità di confrontarsi con l'adulto, quando questi ha un'opinione diversa dalla sua. Attraverso l’apertura al dialogo genitori figli, è possibile uno sviluppo armonico e sereno dei bambini, una sana abitudine di famiglia che consente di costruire insieme situazioni in cui è possibile per i figli raccontare le proprie esperienze, quanto accade durante la giornata; in tal modo i bambini o i ragazzi cresceranno emotivamente più equilibrati e socialmente più maturi. Purtroppo la comunicazione genitori figli è spesso  trascurata. Anche quando no si è d'accordo su un argomento, l'attività persuasiva è sempre positiva, produce un sentimento di appartenenza al gruppo primario (quello affettivo, della famiglia) e fa sentire il bambino considerato per la sua intelligenza e capacità di riflettere. Il terreno fertile per la crescita della autostima. Imparare che le ragioni della famiglia sono reali e futuristiche (il futuro è il tempo di chi cresce), dimostra come i genitori considerano l'avvenire dei figli. Il piano dei genitori e quello dei figli è fisiologicamente diverso. I figli hanno il bisogno di percepire i genitori come persone responsabili, mature, impegnate a perseguire il loro bene. I genitori non si devono mai mettere sullo stesso piano dei loro figli, potrebbero distorcere il rapporto ponendo i bambini davanti a problemi impropri per la loro età. Dimostra poca aderenza con la realtà, scarso equilibrio, quel genitore che chiede al proprio bambino di esprimere una opinione su questioni drammatiche, come una eventuale separazione coniugale, facendo appello ad una razionalità, impropria per l'età del bambino. Le questioni "da grandi" devono essere risolte dai genitori senza il coinvolgimento dei piccoli.

IL CALORE DELLA FAMIGLIA
Una circolarità di affetto dentro la famiglia è molto importante per la crescita dei piccoli. Se c'è calore, i genitori sono disponibili e non antepongono le loro esigenze a quelle dei bambini, giocano volentieri con loro e manifestano affettuosità. I bambini che vivono questo calore consolidano il legame con la famiglia, sono più inclini a comportarsi bene, ascoltano i consigli, stimano i genitori e, di conseguenza, hanno una propria autostima. Il calore ricevuto tende sempre a replicarsi, questi bambini sono socievoli con gli altri, sensibili, empatici e da adulti saranno molto probabilmente genitori affettuosi.

IL DIALOGO
L'apertura verso il dialogo è un elemento significativo della vita familiare. I bambini crescono serenamente se c'è un clima di confidenza con i genitori e la possibilità di raccontarsi i momenti della giornata. E' importante che il dialogo sia di qualità, il genitore non deve mai venire meno al suo ruolo, mai commettere l'errore di porsi sullo stesso piano dei bambini, il rapporto non può e non deve essere un rapporto simile a quello di due amici. Questa ultima ipotesi nega ai bambini il riferimento autorevole di cui hanno bisogno e frequentemente reagiscono con comportamenti prepotenti e aggressivi.

LE DIFFICOLTA'
Affrontare i momenti di tensione, arrabbiarsi, confrontarsi, può significare conoscersi meglio e maturare fiducia nelle proprie capacità nel risolvere conflitti. L'ambiente familiare è determinante. I bambini che vivono in una atmosfera familiare intellettualmente evoluta sono avvantaggiati su molti piani: linguistico, cognitivo, sociale. I genitori dovrebbero sforzarsi per creare un ambiente stimolante, che consenta ai bambini di soddisfare la loro naturale curiosità. I bambini hanno bisogno di genitori che comunichino, parlino, e giochino con loro, nel rispetto dei loro reali bisogni, evitando tuttavia tutti i comportamenti eccessivi e poco autentici.

AUTOREVOLEZZA
I genitori non devono avere paura a proporsi in modo autorevole. I figli, durante la crescita devono sentire un costante controllo ragionevole, esercitato mantenendo un clima caldo e una affettività costante e circolare. Devono imparare dai genitori le regole della famiglia e della vita, soprattutto il rispetto per gli altri; devono imparare a comprendere e gestire l'incoerenza. Non è difficile il mestiere di genitore se riusciamo ad interpretare e ci lasciamo guidare dai segnali che i piccoli ci comunicano, cercando di costruire rapporti profondi e proponendo un clima intellettualmente evoluto, adatto a soddisfare curiosità e creatività. Questi sono genitori autorevoli.

ADULTI POVERI DI AUTOSTIMA
Un adulto che sente di non possedere una serena autostima e comprende che si tratta principalmente dell'effetto di una infanzia poco serena, cosa può fare per migliorare la sua condizione?
La risposta è contenuto in un percorso introspettivo. Il passato del quale non siamo stati responsabili non è mutabile ed ogni individuo ha l'opportunità di costruire, attraversando un percorso spesso doloroso, la propria identità. La vita che ci appartiene può essere immaginata come un auriga guidata da due cavalli, uno bianco ed uno nero. Il mito del carro e dell'auriga tratta dal Fedro di Platone, serve a spiegare la teoria platonica della reminiscenza dell'anima e noi utilizziamo questa metafora per introdurre la consapevolezza potenziale di ogni individuo. Fino a quando siamo stati passeggeri e non abbiamo condotto la biga, non abbiamo potuto fare molto per governare la marcia. In un momento della vita abbiamo avuto l'opportunità di brandire le redini; da quel momento in poi è dipeso unicamente da noi fare avanzare il cavallo nero, oppure quello bianco. Ogni individuo, nel sentiero della propria esistenza ha l'opportunità di fare qualcosa di quanto altri hanno fatto di lui (Io credo che l’uomo può sempre fare qualcosa di ciò che si è fatto di lui, di Jean-Paul Sartre. Una singolare definizione di libertà che indica come l'individuo imprigionato dall'effetto del suo passato può diventare l'eroe della sua vita). Non serve a nulla odiare il passato, maturare sentimenti di rivalsa e di odio/amore contro le figure rappresentative della nostra infanzia, anche se la tentazione è spesso forte. Spesso chi ci ha guidato ha fatto del proprio meglio, non era in condizione di guidare l'auriga della sua vita in modo diverso da come ha fatto e per questo non merita i nostri sentimenti negativi. Al contrario, possiamo fare una costruttiva analisi critica, considerando le nostre caratteristiche, i nostri difetti e le nostre nevrosi. Solo il nostro caldo abbraccio avvierà quella comprensione, indispensabile per una consapevolezza. Solo la persona consapevole, può finalmente liberarsi del fardello colmo di ricordi e di sentimenti negativi. Nel viaggio della vita possiamo scegliere di tenere quello che ci è piaciuto e che abbiamo condiviso e convivere ricostruendo, plasmando quando non è stato proprio in linea con il nostro pensiero consapevole. I frutti che raccoglieremo per sostituire il contenuto del nostro pesante fardello saranno gli ingredienti per preparare la nostra autostima.


Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147

 

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